Alcuni nomi di vini francesi sono designati I vini francesi sono indicati, da un punto di vista legale, con il termine denominazioni viticole, sintomo che la produzione e la commercializzazione dei prodotti sono controllate da standard francesi o dell'Unione Europea. Con questo articolo proponiamo un'analisi di eventuali tipologie di denominazione, caratterizzate da standard specifici e particolari (francesi o europei), esaminando la differenza tra queste denominazioni. Si deve considerare che le denominazioni di vino in Francia corrispondono ai diversi vigneti delle regioni vinicole francesi e che la scelta di sottoporsi a norme per le denominazioni "riconosciute" è il risultato di una decisione del viticoltore e del controllo di qualità da parte degli organismi.

I Vini di Francia

Con “Vin de France” si intende una denominazione che definisce il francese “vino da tavola”, sostituendo quest'ultimo termine dal 2010. Infatti, un decennio fa, il mercato europeo ha sostituito la menzione di “vino da tavola” con “vin de France”, prodotto altrimenti denominato “vino senza indicazione geografica”.

Bisogna considerare, quindi, come tutti i vini che non sono controllati da origini protette (come i casi che andremo ad analizzare in poche parole) è automaticamente un Vin de France.

La nozione di Vin de France è presa in considerazione come la più generale tra le denominazioni, la meno soggetta a controlli nella produzione e nell'allevamento delle viti.

IGP

Controlli più severi si trovano nella denominazione IGP. Il termine costituisce un segno di identificazione dell'Unione Europea, che assicura un legame del prodotto con il suo territorio di origine: l'interesse dell'Indicazione Geografica Protetta, stabilisce la qualità (in questo caso) del vino basandosi al suo posto di produzione. La gestione di questi prodotti è assicurata dall'INAO (Istituto Nazionale di Origine e Qualità) e in Francia sono presenti 75 cantine IGP.

AOC o AOP

Una distinzione importante da fare è tra la denominazione AOC e la denominazione DOP, due definizioni che si sviluppano in modo leggermente diverso, anche se alimentano, alla base, la stessa volontà di tutela dei prodotti. Innanzitutto con il termine AOC si intende una Denominazione di Origine Controllata, mentre AOP si definisce una Denominazione di Origine Protetta: qual è la differenza? Ora lo analizzeremo in dettaglio.

L'AOC si propone di garantire il prodotto sulla base del suo luogo di origine e di eventuali tecniche di produzione e per questo si interessa di prodotti "tipici": il termine nasce dalla volontà di Pierre Le Roy a Boiseaumarié che ne sentì necessità di tutelare la produzione del vino per evitarne il declino.

Fin dalla sua nascita nel 1932, infatti, questa denominazione si propone di selezionare vigneti “adatti” ad un'elevata qualità nei vini (soprattutto per i vini).

Più recente, invece, l'origine della denominazione DOP: dal 1992 si propone di conservare prodotti la cui origine, produzione e trasformazione è in una determinata zona. A differenza della denominazione IGP, infatti, con la DOP ci dedichiamo ad una completa garanzia, non solo del rapporto con il luogo, ma anche dell'ambiente e delle tecniche di produzione.

Al di là delle differenze tra le denominazioni, è fondamentale tenere presente che la denominazione o la supervisione di un metodo di produzione permette così di preservare i metodi tradizionali ma anche di consentire ad un gruppo di produttori di poter comunicare su questo sapere- come e quindi promuovere più efficacemente la qualità dei prodotti realizzati.

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Audrey Chaillet

Audrey Chaillet è la fondatrice di EtOH, laureata WSET e autrice di numerosi articoli su vini e liquori e ha contribuito in modo significativo alla creazione del database cartografico geoVINUM.

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